la “società del riciclaggio”

La attuale legislazione prevede alcuni semplici passaggi in materia di rifiuti, che vanno applicati seguendo una scala di priorità. Forse può aiutare un semplice esempio, fatto rispettando le suddette fasi (le prime due non fanno propriamente parte del ciclo dei rifiuti):

 

1 Se in casa l’acqua del rubinetto è potabile posso utilizzare sempre la stessa bottiglia di plastica per riempirla. Bevendo l’acqua del rubinetto RIDUCO così l’utilizzo di bottiglie di plastica che dovrei acquistare al supermercato. Inoltre creo meno rifiuti differenziabili, perché anche la raccolta differenziata in Italia ha un costo per il cittadino.

 

2 Se dopo aver bevuto l’acqua uso le bottiglie di plastica che ho acquistato al supermercato per costruire dei birilli (riempiendole ad esempio con la sabbia), o utilizzo i tappi per creare dei semplici giochi (es. dama, forza 4, tris, sonagli musicali, ecc.) o per fare composizioni e disegni creativi, RIUSO le bottiglie, che per questo motivo non diventano rifiuti.

 

3 Se non so cosa fare della bottiglia e voglio disfarmene la devo schiacciare per ridurla di volume e metterla nel sacco giallo della raccolta differenziata. Il tappo lo posso conservare a parte perché ha un valore maggiore e può contribuire a finanziare progetti si solidarietà sociale. In questo caso RICICLO correttamente la mia bottiglia.

 

4 Se per errore metto la bottiglia nel sacco nero questa difficilmente verrà riciclata ma più facilmente verrà portata all’inceneritore per essere bruciata e così RECUPERO almeno della energia. Però pagherei per questa bottiglia il costo superiore dovuto per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati.

 

5 Dopo essere stata incenerita assieme ad altri materiali quello che resta della mia bottiglia verrà portato nella discarica per essere SMALTITA in sicurezza e riposare in pace.

 

Lo stesso procedimento va applicato per qualsiasi altro materiale destinato a diventare rifiuto. E’ da sapere che si potrebbe per legge procedere con la fase successiva solo quando sono state attivati tutti gli accorgimenti previsti per la fase precedente.

 

La direttiva quadro 2008/98/CE (recepita in Italia dal decreto legislativo 3 dicembre 2010 n. 205), ha infatti come finalità dichiarata di “aiutare l’Unione europea ad avvicinarsi a una «società del riciclaggio», cercando di evitare la produzione di rifiuti e di utilizzare i rifiuti come risorse”. Chiarisce quindi la scala delle priorità nella gestione dei rifiuti:

  • riduzione della produzione dei rifiuti;
  • riuso dei beni a fine vita;
  • riciclaggio o “recupero di materia”
  • recupero diverso dal riciclaggio come per esempio recupero energetico utilizzo ai fini di colmatazione;
  • smaltimento in sicurezza.

La legislazione Italiana, Nazionale, Regionale e Provinciale, deve perciò conformarsi a tali indicazioni.