il trattamento del rifiuto indifferenziato

Nel Piano dei Rifiuti della Provincia di Sondrio si legge:

 

risulta possibile trattare i rifiuti solidi urbani attraverso altre tipologie di impianti tra i quali il più significativo risulta essere quello di bioessicazione. Il processo di trattamento prevede la fermentazione della frazione secca con parte di rifiuto ancora putrescibile, dei rifiuti residui della raccolta differenziata, del verde e dell’umido e del sacco nero di rifiuto indifferenziato. L’essicazione dei rifiuti avviene sfruttando la fonte energetica costituita nella frazione organica dei rifiuti; la fermentazione di quest’ultima parte produce anidride carbonica, calore ed acqua. Il calore prodotto viene utilizzato per contribuire all’evaporazione dell’acqua contenuta nei rifiuti elevando in tal modo il potere calorifico inferiore dell’intera massa dei rifiuti. Il prodotto finale che si presenta secco ed inodore, può essere conferito in discarica per lo smaltimento finale o ulteriormente trattato per l’eliminazione dei metalli e della frazione non combustibile e quindi triturato per essere conferito ad impianti di termovalorizzazione.

Sinteticamente il trattamento meccanico/biologico procede attraverso le seguenti fasi:

– Ricezione

– Rottura sacchi

– Triturazione

– Trattamento aerobico (BIOESSICAZIONE)

– Deposito prima dell’invio a smaltimento finale

 

Voluto da Secam, che ne risulta proprietaria per il 30%, realizzato da Ecodeco e gestito da Bioase, società partecipata da Secam e A2A Ambiente, è attivo dal 2012 l’impianto di bioessiccazione dei rifiuti solidi urbani. Il bioessiccatore è posizionato presso la grande struttura Secam di Cedrasco alla quale affluiscono tutti i rifiuti della provincia di Sondrio. Per approfondimenti vedere qui sul sito di Secam

Dalla descrizione e dal filmato presenti sul sito si vede che il rifiuto viene triturato senza essere sottoposto a vaglio, quindi bisogna ipotizzare, prendendo per buoni ed estendendoli all’intera provincia  i risultati dell’immagine sottostante, che una grande quantità di rifiuto improprio venga triturato e sottoposto poi alla fase successiva, rimanendo poi alla fine parte integrante del prodotto finale.

chiavenna

Vedendo il video del processo di lavorazione non si potrebbe nemmeno escludere con certezza la presenza di rifiuti domestici pericolosi come ad esempio pile o latte vuote di vernice. Forse dal video non si vede che il prodotto ottenuto, che tecnicamente si chiama Combustibile Solido Secondario (CSS), viene poi sottoposto ad un vaglio prima di essere certificato come CSS-Combustibile, perdere la qualifica di rifiuto ed essere avviato all’inceneritore di Milano. 

Il DECRETO 14 febbraio 2013 n.22 regolamenta la “disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS)” e stabilisce i criteri specifici da rispettare affinché determinate tipologie di combustibile solido secondario (CSS) cessino di essere qualificate come rifiuto. Nell’allegato 2 al suddetto decreto potete leggere l’elenco dei  rifiuti non pericolosi non ammessi per la produzione del CSS-combustibile. bioess

Il trattamento di bioessicazione è comunque da preferire nella gerarchia dei rifiuti all’ incenerimento o peggio al conferimento diretto in discarica dei rifiuti indifferenziati perchè comporta una riduzione del peso, del volume e una stabilizzazione del rifiuto. Rispetto alla raccolta differenziata della FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani) si pone però in una posizione ancora non ben definita, poichè durante il trattamento non viene “recuperata materia” dai rifiuti (come avverrebbe invece se la frazione umida venisse riciclata e raccolta in modo separato alla fonte).  Anche ISPRA sinora non ha computato la percentuale del prodotto umido che viene bioessicato nella percentuale della raccolta differenziata: per questo motivo sulla stampa locale si era parlato di  “guerra sui numeri”. Il trattamento di bioessicazione dei rifiuti solidi urbani  è sicuramente di grande utilità e comodità, e non va considerato una alternativa al compostaggio domestico. In questo ultimo caso infatti la frazione verde e la frazione umida non vanno considerati  rifiuti in senso giuridico perchè nella gerarchia vengono al primo posto (RIDUZIONE).