introduzione agli “imballaggi”

La normativa italiana definisce “imballaggio” il prodotto composto da materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere e a proteggere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti.

Gli imballaggi possono essere divisi in tre categorie:

  • imballaggio primario o per la vendita: tutti gli imballaggi destinati alla vendita al dettaglio dei prodotti. Ad esempio una lattina in alluminio per bevande, una bottiglia in plastica per l’acqua, qualsiasi bottiglia in vetro. Il sovra imballaggio, che ha una funzione di contenimento di più prodotti (un esempio è la plastica che contiene e lega assieme più bottiglie di acqua) è considerato anch’esso imballaggio primario
  • imballaggio secondario: utilizzato nei punti vendita per il raggruppamento di un certo numero di prodotti, indipendentemente dal fatto che sia venduto tutto intero al consumatore finale o che possa servire solo a facilitare il rifornimento degli scaffali. Ad esempio il vassoio di cartone che raggruppa più lattine di birra o lo scatolone che contiene più confezioni singole di pasta
  • imballaggio terziario: utilizzato soprattutto per facilitare la manipolazione di grandi quantità di prodotti oppure di imballaggi secondari, per evitare i danni connessi al trasporto (ad esempio il bancale di legno su cui è possibile impilare e tenere assieme molti scatoloni di pasta o molte bottiglie di acqua).

 

La normativa italiana disciplina in particolare gli imballaggi e i rifiuti di materiali da imballaggio quali carta, plastica, vetro, alluminio, acciaio e legno. Esiste un Consorzio a livello nazionale chiamato CONAI dal quale discendono i singoli consorzi specializzati nei vari settori (che operano in regime quasi monopolistico), ai quali sono obbligati ad iscriversi tutti coloro che immettono nel mercato gli imballaggi: Corepla per la plastica, Coreve per il vetro, Rilegno per il legno, Cial per l’alluminio, Comieco per la carta, Ricrea per l’acciaio. Sui rispettivi siti internet potete trovare ulteriori informazioni. Esistono inoltre altri operatori. I Comuni italiani hanno facoltà di aderire tramite un accordo al consorzio nazionale e ai rispettivi consorzi, per attuare la raccolta differenziata degli imballaggi (non utilizzo il termine rifiuti perché, come vedremo in altri articoli, il materiale da imballaggio può essere considerato anche una risorsa)imballaggio-di-carta-e-cartone

 

Dal punto di vista ambientale è possibile individuare due grandi categorie di imballaggi:

  • gli imballaggi domestici: tutti gli imballaggi provenienti dal consumatore finale (in prevalenza primari)
  • gli imballaggi industriali: provenienti dal circuito di produzione e distribuzione dei prodotti: sono in genere secondari e terziari, ma possono essere anche primari, come nel caso, abbastanza raro in Italia, dei vuoti a rendere.

 

La corretta modalità di approccio al tema degli imballaggi dovrebbe focalizzare l’attenzione almeno su 4 parole chiave:

  • riduzione: resa possibile innanzitutto dagli stili di vita sostenibili e dalle scelte consapevoli del consumatore
  • prevenzione: le materie e le sostanze utilizzate per creare gli imballaggi non devono essere nocive per la salute umana e inquinanti per l’ambiente
  • riutilizzo: l’imballaggio, prima ancora di pensare al suo riciclaggio, dovrebbe essere progettato per poter venire di nuovo reimpiegato per un uso identico a quello per il quale è stato concepito
  • prossimità: la materia prima degli imballaggi riciclati (plastica, carta, alluminio ecc) deve poter essere recuperata e valorizzata nei luoghi dove vengono prodotti i cosiddetti “rifiuti da imballaggio” (perlomeno all’interno dei confini nazionali).